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Uniti per crescere insieme |
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Bhagavad Gita |
Sri Krishna
Baghavad Gita\Commento |
IndiceGuerrieri
Pandava |
ABHIMANYU: Abitudine
nata dalla padronanza di sé.
AMBALIKA: Facoltà discriminante positiva.
ARJUNA**(Terzo Chakra): Autocontrollo, vigore, forza, potenza,
dedizione alle giuste cause, "guerriero divino", capo, guida, insegnante, dedizione
alle giuste cause.
BHIMA**(Quarto Chakra): Amore divino, amore incondizionato, vitalità, perdono,
energia unificante. CHEKITANA: Memoria umana e divina (ricordare chi è Dio).
DHRISHTADYUMNA: Calma luce interiore
DHRISTAKETU: Yama, le astinenze, (Non violenza; verità; non rubare; celibato
(sensualità); non avidità) DRAUPADI: il potere di Kundalini
DRAUPADA: Calma assoluta, distacco
GANGA (la prima moglie di Dio): Intelligenza primordiale della natura; lo Spirito
Santo.
KASHI (Re di kashi): facoltà illuminante, intelligenza
KRISHNA: Lo Spirito, la Forza dell'Anima
KUNTI: Potere del distacco
KUNTIBHOJA: Giusta posizione, Asana
MADRI (moglie di Pandu): Distacco, Imparzialità
NAKULA**(Secondo Chakra)gemello di Sahadeva: Potere di praticare Niyama, le
osservanze: obbedire alle buone regole. Perseveranza, determinazione, forza
di volontà, risolutezza, stabilità, disciplina, capacità di resistere, coraggio
di stare nelle proprie credenze, affidabilità.
PANDU (figlio di Vyasa e Ambalika): Pura intelligenza discriminante
PURJIT: Pratyahara, interiorizzazione della mente, concentrazione.
SAHADEVA**(Primo Chakra)gemello di Nakula: Potere di praticare Yamas, di stare
lontano dal male. Flessibilità, apertura, creatività, intuizione, docilità,
adattabilità.
SANJAYA: Introspezione
SATYAKI: Devozione
SATYAVATI (la seconda moglie di Dio): La materia primordiale.
SHAIBYA: Niyama, le osservanze, il potere di seguire le buone regole.
SUBHADRA: Padronanza di sé
UTTAMAUJA: vitalità o celibato
VIRATA: Unione, Samadhi
VYASA: Legge della relatività
YUDHAMANYU: Pranayama, controllo dell'energia
YUDHISTHIRA**(Quinto chalra): Calma nelle battaglie psicologiche. Calma perfetta,
pace, comunicazione, coscienza in espansione, tranquillità, centratura
YUYUTSU: Desiderio di dar battaglia alle tendenze psicologiche
* * *
AMBIKA:
dubbio
ASWATTHAMA: desiderio nato dalle passate abitudini
BHARATA: Coscienza cosmica
BHISHMA: EGO
BHURISHRAVAS: Karma
DHRITARASHTRA (fratellastro di Pandu): La mente cieca
DRONA: Tendenza al passato; l'abitudine
DURYODHANA: Desiderio Materiale
DUSHASHANA: rabbia
GAUDHARI: il potere del desiderio
JAYADRATHA: inclinazioni legate al corpo, passioni, paura della morte.
KARNA: attaccamenti; inclinazione a cercare la felicità; avidità.
KRIPA: illusione
SHAKUNI: Attaccamento materiale
SHALYA (auriga di Karna): Orgoglio materiale
VAISHYA: Attaccamento ai desideri
VIKARNA: Repulsione, avidità
La Bhagavad Gita - che significa 'Il canto di Dio' o 'Il canto celestiale' com'è stato tradotto da Edwin Arnold - costituisce una piccola parte del più lungo poema epico del mondo, Il Mahabharata. Questo 'Sacro Testamento' degli Indù si compone di settecento versi ed è incluso nel sesto Parva o 'Bhishma Parva' dell'epica Mahabharata dal venticinquesimo al quarantaduesimo verso.
Le più grandi sacre Scritture indù sono i quattro Veda. Quindi furono scritte centootto Upanishad, che contengono l'essenza dei quattro Veda. I sei sistemi filosofici indiani: Samkhya Yoga, Vedanta, Mimansa, ecc. contengono l'essenza dei Veda e delle Upanishad; e la Bhagavad Gita è l'essenza dei sei sistemi filosofici, delle centootto Upanishad e dei quattro Veda. L'essenza delle antiche scritture indiane, i Veda è contenuta nelle Upanishad, e l'essenza delle Upanishad è contenuta nella Bhagavad Gita. Gli insegnamenti principali della religione indiana sono raccolti in questa scrittura, composta da 18 capitoli.
La profondità della Bhagavad Gita è tale che, quando a Sri Yukteswar, il guru di Paramhansa Yogananda, fu chiesto da un grande maestro della Gita se l'avesse letta egli rispose: "No, sebbene i miei occhi abbiano scorso le sue pagine per molte volte". Egli voleva dire: "Non l'ho ancora veramente capita". E il santo gli disse: "Sei benedetto per esserti reso conto della profondità di questa scrittura".
Ogni singolo verso della Bhagavad Gita ci apre grandi visuali spirituali e ogni frase è stata oggetto di vari commenti. Le verità insegnate nella Gita sono le verità essenziali di ogni grande insegnamento di ogni grande maestro. Capire la Gita è capire la religione.
Uno dei più grandi saggi dell'India, Vyasa, scrisse la Bhagavad Gita, sotto forma di un dialogo tra il re-guerriero-profeta Sri Krishna e il suo discepolo Arjuna. Il dialogo ebbe luogo sul campo di Kurukshetra, in India, alla vigilia di una battaglia.
Nell'India occidentale regnava sul Gujarat un guerriero divino, re Krishna. Questo è detto nel Mahabharata, che fu compilato durante il periodo epico (1400-1000 a.C.).
Molto
tempo fa Vicitravirya era re di Hastinapura (l'odierna Delhi), in India. Dopo
la sua morte, il fratello Vyasa sposò le sue congiunte. Da questa unione nacquero
due figli: Dhritarashtra (la Mente cieca) e Pandu (pura intelligenza
discriminante). Il figlio maggiore Dhritarashtra ebbe a sua volta 100 figli;
mentre Pandu, il minore, ebbe 5 figli puri guerrieri.
Dhritarashtra
divenne re, ma era cieco, perciò suo figlio Duryodhana (Desiderio materiale)
regnava in sua vece.
Nella storia, i figli di Pandu, i Pandava, vengono sfidati da Re Desiderio materiale, Duryodhana, che vuole impadronirsi del regno che è loro per diritto di nascita.
Il nostro diritto di nascita è la coscienza divina e la coscienza dell'animo o Pandu è l'erede legittimo di questo regno.
Pandu muore e i suoi figli (le qualità dell'animo), avrebbero dovuto succedergli. Ma Duryodhana, che voleva tutto il regno per sé, sfidò ai dadi Yudhisthira. I dadi erano truccati. Sakuni, che a questo scopo fu assunto da Duryodhana, era un giocatore abile che sapeva come vincere con l'inganno. Così, Yudhisthira perse e i cinque fratelli furono esiliati dal regno per dodici anni. Durante il tredicesimo anno sarebbero dovuti rimanere completamente nascosti, dopo di che, se avessero avuto successo nel non farsi riconoscere, sarebbe stato loro permesso di ritornare e riprendere il regno.
L'essenza di tutto ciò è questa: Yudhisthira rappresenta la qualità dell'animo della calma. La tendenza, quando una persona si sente molto calma ed in armonia è di pensare: "Posso pure giocare d'azzardo. Ciò non mi tocca". Ma il mondo dell'illusione ha il suo potere.
Quei dodici anni hanno un significato astrologico. Le scritture indiane dicono che noi progrediamo per cicli di dodici ann,i in effetti, si riferiscono ai cicli di Giove.
Ebbene, Yudhisthira - cioè la calma dell'anima - è sconfitto ed allora la natura interiore viene bandita nella foresta dell'illusione. In questo caso non è una solitudine ordinaria. L'uomo viene spinto fuori da quello che è un suo diritto per nascita, dal suono interiore, e vivrà nell'illusione per dodici anni.
Al tempo stabilito i buoni Pandava tornarono e chiesero il loro regno, ma i Kaurava rifiutarono di privarsi di qualsiasi pezzo di terra, fosse stato anche 'largo e lungo quanto un ago'.
Perciò i cinque fratelli chiesero l'aiuto del Profeta Sri Krishna - l'allora re di Gijarat - che offrì di essere l'auriga e consigliere di guerra di Arjuna, uno dei cinque fratelli.
I Kaurava guidati da Duryodhana e i Pandava, guidati da Arjuna e i suoi fratelli si affrontarono sul campo di Kurukshetra.
Re Dhritarashtra, essendo cieco, chiese al saggio Vyasa di parlargli della battaglia. Invece il saggio Vyasa gli diede un uomo dalla visione imparziale, Sanjaya, che egli dotò di visione spirituale.
Il saggio Vyasa ha preso una vera battaglia - che una volta ebbe effettivamente luogo, sul campo di Kurukshetra - e i nomi di alcuni guerrieri, e ha intrecciato ad essi nomi e caratteri psicologici, dando così vita alla descrizione della guerra psicologica tra le malvagie tendenze mentali e i desideri dei sensi dell'uomo (i Kaurava) contro le buone tendenze discriminative (i Pandava).
Il corpo è il carro; il padrone del corpo è l'anima; l'auriga è l'intelligenza; i cavalli sono i sensi; e la mente è 'cieca' perché non può vedere senza l'ausilio dei sensi e dell'intelligenza.
Vyasa rappresenta l'anima originaria passiva-attiva dell'uomo , responsabile della creazione dei due figli: il re cieco o Mente (Dhritarashtra), e il puro re Discriminazione (Pandu).
Pandu deriva da una parola che vuol dire 'ciò che significa intelligenza'.
Il nome del campo di battaglia sta per 'corpo': Kurukshetra (kuru, azione; kshetra, campo) significa il 'campo dell'azione'.
Il maggiore dei cinque fratelli Pandava era Yudhisthira (Yudhi Sthira Ja Sa - chi è calmo nelle battaglie psicologiche); la calma è quindi il primo prodotto della discriminazione.
Gli altri quattro fratelli sono: Bhima (potere di vitalità); Arjuna (autocontrollo, chi non è attaccato), Nakula (potere di obbedire alle buone regole, Niyama) e Sahadeva (potere di stare lontano dal male, Yama).
Dopo l'infanzia, l'ego, la pseudo-anima o l'anima legata al corpo (Duryodhana, il figlio maggiore della mente agitata), e le cento inclinazioni dei sensi nate dalla mente agitata, con un astuto gioco ai dadi - con le lusinghe dei sensi e i desideri materiali - rubarono il regno corporeo alla pura discriminazione e alle sue affini facoltà principesche e le mandarono in esilio per dodici anni.
Una volta che le cattive abitudini dei sensi sono ben stabilite nel corpo, le buone abitudini e la saggezza sono di solito bandite almeno per dodici anni. Dei completi cambiamenti fisiologici e mentali, come pure la creazione di nuove abitudini, sono spesso possibili dopo dodici anni.
La
storia della Bhagavad Gita ci dice allegoricamente come, dopo che le cattive
abitudini avevano regnato per dodici anni nel regno corporeo, le buone abitudini
ora risvegliate dalla discriminazione cercarono dopo dodici anni d'esilio di
riconquistare il regno con l'aiuto di Krishna o la Forza dell'Anima.
In maniera simile, dopo che per dodici anni il giovane passa attraverso cattive
esperienze e riceve molte 'batoste' sotto il regime dei sensi dominato da cupidigia,
collera, sesso, gelosia ed egoismo - allora la discriminazione e i guerrieri
di calma, forza vitale e autocontrollo, dopo i dodici anni d'esilio subiti da
parte delle cattive abitudini dei sensi, cercano di ritornare e di riconquistare
il regno corporeo perduto.
Ma i malvagi Kaurava, o le cattive tendenze mentali, con il loro esercito dei sensi rifiutano di separarsi anche minimamente dal regno del corpo, che originariamente apparteneva alle facoltà discriminative.
Così Krishna, il Guru, o l'Anima attivamente risvegliata, o l'intuizione nata dalla meditazione, viene ad aiutare l'Autocontrollo, o Arjuna, e le altre quattro tendenze discriminative per combattere la battaglia psicologica con l'Ego e il suo esercito, fatto delle seguenti cattive tendenze mentali: avidità, avarizia, odio, gelosia, malvagità, mania sessuale, meschinità, crudeltà, cupidigia, cattiva volontà, risentimento, procrastinazione spirituale, orgoglio, pigrizia fisica, indifferenza spirituale, avversione a meditare, avidità sessuale, impurità di corpo, mente e anima; collera, desiderio di ferire gli altri, infedeltà a Dio, ingratitudine a Dio, impertinenza, scortesia, ignoranza fisica, mentale e spirituale; disarmonia, asprezza del linguaggio, egoismo, asprezza di pensiero, cattive azioni, senso d'attaccamento, illusione, amarezza mentale, rancore, pensare, volere, sentire, ricordare il male; paura della malattia, preoccupazione, paura della morte, mancanza d'iniziativa, attitudine litigiosa, giurare, parlar male, malattie del corpo, preoccupazione, paura della morte, abuso sessuale, smoderatezza, dormire troppo, mangiare troppo, troppa pretesa virtù, evitare Dio, posporre la meditazione.
Perciò il teatro della battaglia è il corpo, dove Krishna - la Forza dell'Anima - e i cinque principi della discriminazione stanno cercando di riconquistare il loro regno perduto, cacciando via il male ivi trincerato con le sue abitudini dei sensi.
La Forza dell'Anima risvegliata e l'Autocontrollo sviluppato dalla meditazione devono impadronirsi del regno del corpo e stabilirvi pace, saggezza, abbondanza e salute.
Lahiri Mahasaya diceva che ognuno di noi è come un regno. E questa esattamente è l'idea del Mahabharata: è un quadro del regno della mente, nel quale ogni cittadino costituisce un tratto psicologico diverso e ciascun tratto psicologico ha una propria vita. Siamo noi stessi che viviamo quella vita; ma, nonostante ciò, ogni idea è come una personalità separata.
E noi troviamo dentro la città della nostra stessa coscienza migliaia di cittadini dalle caratteristiche diverse: nobili, ignobili, altruisti, egoisti, alcuni alla ricerca delle verità spirituali ed altri invece che pensano al modo si sfuggire tale ricerca. Perciò, abbiamo dentro di noi una lotta costante tra tenebre e luce.
Nel simbolismo del Mahabharata e della Bhagavad Gita, Bhisma rappresenta l'ego. Bhisma combatte dalla parte del male e finisce per essere ucciso. Ma ha il potere di non morire fintanto che egli stesso non si arrenderà alla morte e così viene crivellato da frecce. I ritratti di Bhisma lo mostrano con centinaia di frecce che fuoriescono dal suo corpo e che diventano addirittura un letto sul quale egli giace. C'è un bel passo nel quale egli giace su quel letto di frecce e dà ancora profondi insegnamenti alla gente prima di consegnarsi alla morte. Cioè, egli raggiunge il punto nel quale è illuminato, nel quale capisce la verità. Ma nessuno può uccidere l'ego se non lo stesso ego. Dobbiamo offrirci completamente all'Infinito. Deve essere la scelta del nostro stesso ego che porta a dire: "voglio il Sé infinito, non il piccolo sé". Dove c'è l'ego, vi sarà dualità fra noi e Dio.
Dovremo alla fine distruggerlo e prendere coscienza che noi siamo Dio. Il nostro ego non può dire di essere Dio, allo stesso modo che l'onda non può dire di essere l'oceano. Dobbiamo arrivare a capire che l'oceano è la realtà dell'onda, che l'onda non ha nessuna realtà se non l'oceano.
Quando vedremo che Dio è diventato questo io, che Dio 'è' l'io, che non c'è nessun'altra realtà se non Dio, a quel punto infine l'ego offrirà sé stesso all'infinito e arriverà la libertà.
I principali personaggi del Mahabharata e della Gita, come Arjuna, Sahadeva, Nakula, Bhima, Yudhisthira, Draupadi, Drona e gli altri sono veramente esistiti. La maggior parte dei personaggi rappresenta tendenze psicologiche. Se prendete la radice sanscrita dei loro nomi, troverete il loro vero significato: rabbia, cupidigia, gentilezza, umiltà e così via.
Ciascuno di loro sta per un diverso tratto psicologico. Infatti, Lahiri Mahasaya disegnò una carta che mostrava dove tutte quelle diverse qualità fossero localizzate nel cervello.
Perfino i principali personaggi sono stati romanzati in varia maniera. Per esempio, nel Mahabharata si trova la storia di una donna che sposa più uomini: Arjuna vince Draupadi in una gara d'arco e la porta a casa dove vivono pure i suoi fratelli. Mentre loro sono ancora fuori, egli rivolgendosi alla madre le dice: "Madre, ho portato a casa un premio". E sua madre, senza vedere chi o cos'è, risponde: "Ebbene, voi fratelli dovrete dividervelo equamente". Poiché la parola della madre non poteva essere trasgredita, tutti dovettero sposare la stessa donna!
Il vero. significato spirituale di ciò è che Draupadi rappresenta la Kundalini e ciascuno dei fratelli Pandava rappresenta un diverso centro o chakra della spina dorsale e quelle qualità mentali che sono il risultato dello svegliarsi del centro. 1) La più bassa è yama, la qualità del controllo, l'abilità di non fare le cose che non si dovrebbero fare. Questa qualità è rappresentata da Nakula (Primo chakra). 2) Proseguendo verso l'alto, la successiva è niyama, letteralmente l'abilità del 'non controllo' ma ciò che effettivamente significa è l'abilità d'attenersi all'azione giusta, di continuare a fare ciò che uno dovrebbe fare per crescere spiritualmente. Questa qualità è rappresentata da Sahadeva (Secondo Chakra). 3) Il centro successivo, opposto all'ombelico sulla spina dorsale, è rappresentato da Arjuna (Terzo Chakra). Una volta che l'energia è risvegliata all'ombelico o centro lombare - Manipura chakra - sopraggiunge allora la qualità d'un più potente autocontrollo. 4) Dopo si sale al cuore o centro dorsale - Anahata chakra - rappresentato da Bhima. Quando l'energia si sveglia, si sviluppa il vero amore. 5) Quando si sveglia il centro opposto alla gola, si sviluppa una grandissima calma ed una grandissima pietà. Questo centro è rappresentato da Yudhisthira.
E così si arriva all'occhio spirituale, che è il polo positivo del midollo allungato, attraverso il quale si passa al di là delle qualità, l'Infinito. Noi abbiamo qui due triadi: i tre chakra più bassi che rappresentano i desideri materiali ed i tre centri superiori che rappresentano la coscienza spirituale.
Quando l'energia del cuore è rivolta in alto, la mente automaticamente è rivolta a pensieri spirituali. Quando invece l'energia è nei tre chakra inferiori, è automaticamente rivolta a pensieri materiali. concentrarsi nel punto fra le sopracciglia attira tutta l'energia verso il divino.
Il simbolismo di tutti i fratelli sposati ad una sola donna significa che la qualità femminile, il polo negativo alla base della spina dorsale, e la qualità maschile, o polo positivo nel punto fra le sopracciglia, sono parti d'una stessa realtà e devono essere neutralizzate affinché l'illuminazione divenga possibile. E così si parla della Kundalini come d'una energia femminile. Quell'energia ha bisogno d'essere 'sposata' a tutti i chakra, cioè innalzata attraverso ciascuno dei centri della spina dorsale ed alla fine riunita nell'occhio spirituale, nel punto in mezzo alle sopracciglia. Da qui, il simbolo d'una donna che sposa cinque mariti.
Arjuna rappresenta il Chakra del Plesso, l'autocontrollo, il centro lombare 'Manipura'.
Dalla Ghagavad Gita:
"Arjuna vide là allineati, in ambedue gli eserciti, zii e prozii, maestri, fratelli e cugini, figli e nipoti, amici, suoceri ed anche sostenitori. Vedendo tutti quei parenti del suo presente fu preso da una grande pietà e pronunciò con tristezza queste parole: "O Krishna, alla vista di questi congiunti qui allineati, desiderosi di combattersi l'un con l'altro, le mie membra cedono, la mia bocca è inaridita, la mia armatura trema e i miei capelli si drizzano. Il mio arco Gaudiva mi cade dalle mani"!
"MI cade dalle mani" significa che egli cade in avanti, la sua posa meditativa si interrompe, mentre pensa. "Oh non posso meditare! E' troppo difficile!" Egli si accorge che persino quelle qualità che sono sue nemiche, sono tuttavia suoi congiunti, membri della sua famiglia psicologica. Ecco il guaio nel quale ci troviamo tutti. All'inizio possiamo essere categoricamente contrari o critici sulle qualità negative, ma quando si tratta delle 'nostre' qualità negative, è un'altra cosa.
Arjuna dice: "Questi sono i miei parenti, come posso ucciderli?"
Lo sbarazzarsi delle brutte abitudini sembrerebbe voler uccidere una parte della propria natura. "Che peccato uccidere queste qualità in me!" L'ego può raggiungere estremi assurdi per le sue razionalizzazioni. L'ego inventa ragioni assurde per non fare ciò che sa che dovrebbe fare. Voi pensate di rinunciare ad un desiderio ed ecco la risposta: "Oh no! Che cosa terribile! Questa è la battaglia che devono sostenere tutti i devoti. La mente vi dirà: "Non posso proprio rinunciare a questo!"
Ma, ricordate che voi in effetti non rinunciate a niente! State semplicemente mettendo la vostra energia in qualcosa che vi darà gioia invece che sofferenza.
Questa è la chiave della Bhagavad Gita. Tutto quello che Krishna dice si riferisce primariamente alla divina ricerca interiore. Avvicinandovi in questo modo alla Gita, troverete degli insegnamenti meravigliosi. La Bhagavad Gita è la storia del nostro Sé interiore, della nostra aspirazione verso il divino e di come vincere la battaglia con la nostra natura più bassa.
Il messaggio della Bhagavad Gita è quello di portare ad una visione della vita quale lotta costante, fino a che la battaglia è vinta dalle forze dell'eterna beatitudine.
1°
CHAKRA (MULADHARA) - CENTRO COCCIGEO - ELEMENTO TERRA
NAKULA - Attitudini positive: lealtà; coraggio; perseveranza;
fermezza di propositi; determinazione; risolutezza; forza di volontà; forza;
tenacia; costanza; fiducia; affidabilità; sicurezza; stabilità; disciplina;
metodicità; fermezza; "si può contare su di lui"; abilità di concentrare la
mente; pazienza; coraggio di restare nelle proprie credenze; fedeltà alla verità;
portare a termine ciò che si fa.
Attitudini negative (quando l'energia non è diretta propriamente): rigidità;
troppa disciplina; perversione; ostinatezza; cocciutaggine; dogmatismo; "che
non cede"; bigottismo; intolleranza; Inflessibilità; caparbietà; intrattabilità;
ottusaggine; Grossolanità; pesantezza; soggiogato alla materia; abitudine alla
routine; critica; mancanza di umorismo.
2°
CHAKRA (SWADISTHA) CENTRO SACRALE - ELEMENTO ACQUA
SAHADEVA - Attitudini positive: Flessibilità; apertura; adattabilità;
grazia; mente aperta; mobilità; intuizione; capacità di risorse; discernimento.
Attitudini negative (quando l'energia non è diretta propriamente): mancanza
di rispetto; troppa malleabilità; incostanza; inconsistenza; Troppa apertura
(il cervello "cade fuori"); mollezza; fiacchezza; trascuratezza; scaltrezza;
debolezza; incertezza; inaffidabilità; indecisione; non entusiasta; incapacità
a completare progetti.
3°
CHAKRA (MANIPURA) CENTRO OMBELICALE - ELEMENTO FUOCO
ARJUNA - Attitudini positive: autocontrollo; forza; autodisciplina;
vigore; vitalità; entusiasmo; velocità; energia; potenza; attitudine positiva;
amore per la vita; serietà; dedizione alle giuste cause; zelo; ardore; capacità
di dirigere (capo, guida, insegnante); capacità di essere un "guerriero divino";
responsabilità. Attitudini negative (quando l'energia non è diretta propriamente):
controllo sulle situazioni e sulle persone; crudeltà; abuso; bigottismo; dogmatismo;
energia fuori controllo; fanatismo; tendenza ad essere un dittatore; dipendenza
da sostanze; avidità; inflessibilità; crudeltà; severità; malvagità; avarizia;
abuso di potere.
4°
CHAKRA (ANAHATA) CUORE - ELEMENTO ARIA
BHIMA - Attitudini positive: amore divino; devozione; amore universale;
perdono; amore incondizionato; compassione; empatia; altruismo; generosità;
servizio; guarigione; buona energia; potere unificante; armonia; pochi attaccamenti
o desideri.
Attitudini negative (quando l'energia non è diretta propriamente): emozioni
senza controllo; gelosia; bramosia; rabbia; paura; amore condizionato; possesso;
amore soffocante; avarizia; attaccamenti; desideri; odio; lingua tagliente;
indulgere nei sensi; orgoglio; presunzione; menzogna, inganno; grettezza; chiacchiere;
giudizio; lamentele, cavilli.
5°
CHAKRA (VISUDDHA) GOLA - ELEMENTO ETERE
YUDHISTHIRA - Attitudini positive: calma perfetta; espansione
della coscienza; comunicativa; bella voce; serenità; tranquillità; fermezza;
padronanza di sé; centratura.
Attitudini negative (quando l'energia non è diretta propriamente): noia;
stanchezza della pace; desiderio di coinvolgersi nuovamente in cose mondane;
energia repressa; inibizione; mancanza di comunicazione; senza "piedi per terra".
6°
CHAKRA (AJNA) MIDOLLO/OCCHIO SPIRITUALE - ELEMENTO SUPER-ETERE
Attitudini positive: perfezionamento della volontà divina; illuminazione;
sintonia perfetta con Dio; ricettività alla grazia di Dio; saggezza suprema;
alto stato di coscienza; autorealizzazione.
Attitudini negative (quando l'energia non è diretta propriamente): egocentrismo;
egoismo.
7°
CHAKRA (SAHASRARA - LOTO DAI MILLE PETALI)
Sede dell'anima; unificazione totale;armonia; realizzazione; onnipresenza; onniscienza;
gioia; libertà; betitudine del Samadhi
* * *
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