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I Maestri del Kriya

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Indice

 

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Il guru

Molte persone ancora imprigionate nella gabbia dell'ego spesso guardano alla prospettiva di avere un guru come ad una minaccia per la loro libertà personale. Non comprendono che la libertà è esattamente ciò che, al momento, essi non hanno proprio!

Il ruolo del guru è quello di aprire la porta della gabbia. Se un discepolo, sentendosi ancora legato alle proprie limitazioni grida: 'Per favore, lasciami, amo ancora il mio piccolo nido di piaceri e di desideri!' Il guru non insisterà. Dirà semplicemente: 'Venni perché chiamato da te, altrimenti non mi sarei preoccupato. Non è stato un mio bisogno a condurmi a te, fu un tuo richiamo. Così finché non mi chiamerai ancora, io aspetterò'.

L'accettare un guru non è il caricarsi di un peso! Non è la minaccia al libero volere ed alla felicità di una persona! è la più grande benedizione che tu o chiunque altro possa ottenere in questo mondo. Molte incarnazioni di buon karma sono necessarie per attrarre l'aiuto di un vero guru.

Al principio Dio manda al ricercatore guide indirette attraverso libri od insegnanti minori: Solamente quando il desiderio per Lui si è fatto veramente grande, arriva l'aiuto nella forma di un guru veramente realizzato. E non è un favore per il guru essere accettato dallo studente. Piuttosto, il ricercatore deve aver pregato, in questa vita e durante vite precedenti, con molta intensità, per aver meritato una benedizione così grande.

Non è necessario che andiate alla ricerca di un guru. Il Signore lo manderà, o vi condurrà da Lui, quando sarete spiritualmente pronti.

(dall'Essenza dell'Autorealizzazione, parole di Yogananda).

 

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Dio si dona a noi attraverso il vero Guru

Qual'è la relazione tra Dio e il guru, e qual è la nostra relazione con Dio attraverso il guru? Che cosa ci si aspetta da noi come discepoli? La relazione guru-discepolo è ancora attuale nel mondo d'oggi che cambia così rapidamente?

La relazione guru-discepolo viene facilmente compresa e accettata dai ricercatori della verità che sono pronti a condurre quella vita disciplinata che sola può permettere l'esperienza dell'illuminazione. ma non è compresa dalle persone che non hanno la volontà d'intraprendere un programma di disciplina, necessario se si vuole sperimentare la trasformazione.

La relazione tra guru e discepolo non è un rapporto tra padrone e schiavo, né una relazione in cui vi è qualche forma di dominio o di sfruttamento. quando la relazione è ideale, la persona che gioca il ruolo del guru conduce il ricercatore lungo il sentiero che porta alla salvezza.

Questa è la funzione principale del guru: mostrare al discepolo la via che porta alla realizzazione di Dio.

La parola guru è un termine sanscrito che significa 'quella luce che rimuove le tenebre': Perciò il guru è una persona illuminata che è in grado di guidare il ricercatore sul sentiero che conduce alla libertà, con un minimo di ostacoli da superare. Per parafrasare le parole di Gesù (Giovanni 8:31-32): 'Se seguirete i miei insegnamenti, allora sarete davvero i miei discepoli, e realizzerete la verità attraverso la percezione diretta. Come risultato di avere realizzato la verità della vita, sarete liberati da ogni schiavitù dovuta all'errore'.

Il vero guru non è altro che Dio che gioca il ruolo del guru.

Paramahansa Yogananda diceva: 'Io non sono il guru. Dio è il guru; io sono solo il Suo servitore'.

 

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Mahavatar Babaji

Per secoli sono state raccontate in India storie di un santo immortale, uno dei tanti che rimangono eternamente giovani e il cui ruolo è lavorare per la graduale ascesa evolutiva della coscienza del pianeta. Molto poco è stato pubblicato sul maestro illuminato conosciuto col nome di Babaji, che è considerato un 'mahavatar' (grande incarnazione di Dio).

Il titolo Babaji significa 'riverito' o 'santo padre'. Il vero motivo per cui si hanno pochissime informazioni su Babaji ed altri siddha (santi) come lui è che il loro ruolo è tra quelli che si svolgono dietro le quinte.

Vi sono oggi tra noi parecchi maestri illuminati che lavorano per elevare la coscienza delle masse. Molti di tali maestri e profeti sono assistiti spiritualmente da Babaji, poiché il suo ruolo è quello di ispirare i leader spirituali che si trovano sulle linee del fronte dei movimenti di illuminazione.

Nel corso dell'ultimo secolo la residenza principale di Babaji è stata nel nord dell'India, nella zona di montagna vicino a Badrinarayan, non lontano dal confine con il Nepal. Fu in questa regione, sulla montagna Dronagiri, che Babaji iniziò Lahiri Mahasaya al Kriya Yoga e quindi chiese al suo discepolo di ritornare alla società e insegnare agli altri la scienza segreta. Tutto ciò avvenne nel 1861.

La storia personale di Babaji è sconosciuta. Alcuni titoli di rispetto datigli dai discepoli di Lahiri Mahasaya sono: Mahamuni Babaji (Supremo Maestro Estatico), Maha Yogi (il Grande Yogi) e Trambak Baba o Shiva Baba (titoli che designano gli avatar di Shiva).

Spesso Babaji appare giovane e altre volte ha baffi o barba. Quale che sia la sua apparenza esterna, l'Avatar mortale-immortale è sempre lo stesso spirito libero pienamente consapevole. si sa che egli conduce cerimonie particolari durante le quali si cantano dei mantra che hanno lo scopo d'invitare le energie sottili nell'atmosfera del pianeta.

 

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Lahiri Mahasaya

Il 30 settembre 1828 nacque in India un uomo che doveva svolgere un ruolo fondamentale nell'introdurre la scienza del Kriya Yoga nel mondo. Nel villaggio di Ghurni, nel distretto di Nadia, nel Bengala Occidentale, già quando era ragazzino, Shyamacharan Lahiri sedeva spesso a meditare e cercava posti tranquilli per la contemplazione.

A scuola, nella città santa di Varanasi, Lahiri studiò e apprese parecchie lingue, incluso l'inglese, il sanscrito, l'urdu, l'hindi, il parsi e il bengalese. Poiché possedeva una vitalità eccezionale, praticò molti sport e spesso nuotava nel Gange. Quando aveva diciotto anni i suoi genitori lo sposarono a Kashimoni Devi, che in seguito diventò sua discepola e raggiunse un alto grado di realizzazione. Da questa unione nacquero due figli e tre figlie. I figli, Tinkari e Dukari Lahiri, seguirono la tradizione del padre e si dedicarono alla pratica del Kriya Yoga.

Lahiri Mahasaya - nome con il quale divenne famoso (mahasaya è un titolo attribuitogli dai discepoli e significa 'colui che ha una grande visione mentale o la coscienza cosmica') - accettò lavoro come impiegato per un ufficio del Ministero del Lavoro. Lahiri insegnava anche hindi, urdu e bengalese a diversi ingegneri e ufficiali del suo dipartimento.

Mentre praticava i metodi yogici nel segreto della sua casa, egli adempiva i suoi doveri familiari e gli obblighi sociali con premurosa attenzione fin nei minimi particolari. In tal modo egli divenne un esempio per gli altri, dimostrando che è possibile vivere una vita normale e conseguire nello stesso tempo la meta suprema dell'autorealizzazione.

Nel 1861 Lahiri Mahasaya fu trasferito a Ranikhet, una zona ricca di foreste vicino a Nainital, nell'Himalaya. Un pomeriggio, mentre vagava nei pressi della montagna Dronagiri, incontrò un sant'uomo che lo chiamava per nome: 'Shymacharan, sei venuto!'. Il sant'uomo era Mahavatar Babaji che aveva scelto quella circostanza per rinnovare la relazione guru-discepolo che vi era stata tra loro per numerose incarnazioni.

Lahiri fu condotto in una grotta e gli furono mostrati i semplici possessi di un asceta: un recipiente per l'acqua, un sostegno per la meditazione, e altri oggetti che ricordò gli erano appartenuti nell'incarnazione precedente. Quando Babaji lo toccò, risvegliando le impressioni latenti nella sua memoria, egli riuscì a ricordare il passato. Babaji informò il discepolo che il suo sentiero era quello del Kriya Yoga.

Nel corso di alcuni giorni, Lahiri Mahasaya fu istruito in tutto il processo del Kriya Yoga; e riuscì a padroneggiare rapidamente tutte le tecniche e le procedure. Dopo avergli dato l'istruzione preliminare, Babaji fece bere a Lahiri dell'olio, che purificò ulteriormente il suo corpo. Quindi gli diede l'iniziazione al Kriya Yoga, dopo la quale Lahiri passò alcuni giorni in un samadhi ininterrotto.

Lahiri Mahasaya insegnò ai suoi discepoli a vivere nel mondo e a dedicarsi fedelmente alle loro pratiche spirituali. Il maestro iniziò anche degli yogi altamente evoluti, ivi inclusi Swami Sri Yukteswar, Swami Pranabananda, Ram Gopal.

Ventidue libri - commentari su diverse scritture sacre - furono il risultato degli sforzi di Lahiri per portare il messaggio della realizzazione di Dio alla portata delle persone comuni. Per venire incontro ai comuni ricercatori, Lahiri Mahasaya snellì e semplificò i metodi del Kriya Yoga.

Alcuni dei suoi discepoli ai quali permise di dare l'iniziazione al Kriya Yoga fondarono parecchi ashram; ma la principale propaggine pubblica doveva trovare espressione attraverso Swami Sri Yukteswar, che fondò due ashram dove si insegnava yoga e inoltre preparò Paramahansa Yogananda per la sua missione in occidente. Quando Yoganada aveva circa un anno, suo padre - che era discepolo di Lahiri Mahasaya - lo portò dal grande guru per farlo benedire. Benedicendo il bambino, Lahiri lo pose sul suo grembo e disse: 'Sarà un grande motore spirituale e porterà molte anime a Dio'.

Sei mesi prima del suo trapasso, Lahiri Mahasaya manifestò a sua moglie l'idea di lasciare il corpo durante il mese di settembre del 1895. Il giorno 26 di quel mese, che era il Mahastami, il secondo giorno di adorazione dell Madre Divina sotto l'aspetto di Durga, nella casa di un vicino era in corso una cerimonia rituale. Il momento più significativo di questo rituale è il periodo di transizione della fase lunare, quando diventa più luminosa nel passaggio tra l'ottavo e il nono giorno. In quell'attimo Lahiri Mahasaya aprì i suoi occhi per un istante, e poi li richiuse per ritirarsi nella meditazione profonda; quindi fece uscire la sua coscienza dal corpo.

Più tardi, tre discepoli intimi che non erano presenti al momento del trapasso ebbero visioni di Lahiri Mahasaya.

Il giorno seguente, dopo che il suo corpo era stato cremato nel Manikarnika Ghat sulla riva del Gange, un altro discepolo, Swami Keshavananda, si trovava in camera sua quando una grande luce riempì lo spazio. Lahiri Mahasaya apparve in carne ed ossa, ma con un aspetto più giovane e più radioso. Egli disse al discepolo: 'Il mio lavoro di capofamiglia nel mondo è terminato; ma non lascerò la terra completamente. D'ora in poi passerò qualche tempo con Babaji nell'Himalaya, e con Babaji nel cosmo'.

 

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Swami Sri Yukteswar

Poiché viene ricordato per la sua chiara comprensione della natura della coscienza, Sri Yukteswar può essere considerato uno Jnanavatar, un'incarnazione di saggezza. Il suo nome monastico, Yukteswar, significa 'unione con Ishwara' (quell'aspetto di Dio che controlla la natura).

Egli entrò nell'ordine degli Swami dopo la morte di sua moglie e d'allora in poi dedicò la sua vita all'educazione dei discepoli e all'approfondimento delle sacre scritture. Il suo tempo fu diviso tra i suoi due ashram, uno a Puri e l'altro a Serampore, nei pressi di Calcutta.

Nato nel 1855 da genitori benestanti, gli fu dato il nome di Prya Nath Karar. Da adulto Sri Yukteswar si sposò e amministrò la sua eredità investendo in proprietà. Come il suo guru Lahiri Mahasaya, Sri Yukteswar era un marito e un padre, ed era coinvolto in maniera responsabile con i doveri e gli obblighi sociali. In età matura incontrò il suo guru e si dedicò alla pratica del Kriya Yoga. La sua iniziazione formale nell'ordine degli Swami avvenne a Bodh Gaya.

Questo maestro yoga fu anche un famoso astrologo; inoltre egli studiò l'Ayurveda, l'antica scienza vedica della salute e del ringiovanimento. Conosceva molto bene la scienza che prescrive l'uso di certi metalli e gemme, da portare per scopi terapeutici. Egli fece delle ricerche nella teoria dei cicli cosmici (yuga) e scoprì un errore nell'almanacco hindù, provando in tal modo la sua teoria de ciclo equinoziale di 24.000 anni (che comprende sottocicli di 4.800, 3.600, 2.400 e 1.200).

Conosciuto tra i suoi discepoli come un maestro della guarigione spirituale, Sri Yukteswar non manifestò mai apertamente i suoi siddhi (doni dello yogi realizzato). Egli era estremamente pratico, e quando Yoganada da giovane pensò di rinunciare ai rapporti con la sua famiglia, Sri Yukteswar gli diede il consiglio: 'Perché escludere la famiglia dal nostro amore per Dio?'

Egli aveva solo pochi discepoli, una volta Yogananda disse: 'Sri Yukteswar avrebbe potuto essere il guru più ricercato dell'India, se non fosse stato per il modo rigoroso in cui educava i discepoli'.

Per dieci anni Paramansaji ricevette istruzioni sotto la guida personale di Sri Yukteswar, prima di essere mandato in Occidente nel 1920. Quando giunse il momento Sri Yukteswar disse: 'Vai, adesso, e tutte le porte ti saranno aperte'. Manifestò sempre un grande interesse su come si sviluppava il lavoro in America. Nel 1935 chiese a Paramansaji di ritornare in India per rivederlo.

Il 9 marzo 1936 il grande maestro abbandonò coscientemente il suo corpo e fu seppellito nel giardino del suo ashram di Puri, dove ora è stato eretto un tempio alla memoria.

Tre mesi dopo, in una stanza d'albergo a Bombay, Paramansaji vide Sri Yukteswar nella sua forma resuscitata e conversò con lui. Sri Yukteswar diede al suo discepolo informazioni personali sulle tendenze del mondo, gli spiegò nei dettagli come si svolge la vita nei reami sottili, e gli disse che attualmente fungeva da salvatore per le anime evolute di un certo pianeta astrale, chiamato Hiranyaloka. Là molti abitanti si ritirano dagli attaccamenti astrali e si preparano ad andare in reami ancora più sottili.

Dopo il servizio funebre, l'Amrita Bazar Patrika, un giornale di Calcutta, pubblicò il seguente articolo:

Uno dei maggiori commentatori della Bhagavad Gita, Swamiji Maharaj fu un grande discepolo di Yogiraj Sri Shyamacharan Lahiri Mahasaya di Benares. Swamiji Maharaj fu il fondatore di parecchi centri Yogoda Satsanga in India, e fu il grande ispiratore del movimento Yoga portato in Occidente da Swami Yogananda, il suo principale discepolo. Furono i poteri profetici e la realizzazione profonda di Sri Yukteswar che ispirarono Swami Yogananda ad attraversare l'oceano per diffonedre in America il messaggio dei Maestri dell'India. le sue interpretazioni della Bhagavad Gita e di altre scritture sacre dimostrano la profonda padronanza che Sri Yukteswar aveva della conoscenza filosofica, sia orientale che occidentale, e aprono gli occhi al mondo sull'essenziale unità tra Oriente e Occidente. Convinto assertore dell'unità di tutte le fedi religiose, Sri Yukteswar Maharaj fondò il Sadu Sabha (Società dei Santi) con la cooperazione dei capi di varie sette e fedi religiose, per la diffusione di uno spirito scientifico nella religione. Prima della sua morte, egli nominò Swami Yogananda suo successore alla presidenza del Sadhu Sabha.
Oggi l'India è davvero impoverita dal trapasso di questo grande uomo. Possano tutti coloro che ebbero la fortuna di conoscerlo da vicino vedere manifesto in loro stessi il vero spirito della cultura indiana e del sadhana che lui incarnava.

Molti dei centri fondati da Sri Yukteswar sono stati incorporati nel movimento della Self-Realization Fellowship e continuano a diffondere il messaggio del Kriya Yoga a migliaia di persone in India, provvedendo nel contempo a servire l'umanità mediante scuole, college e cliniche mediche. Altri discepoli di Sri Yukteswar hanno fondato ashram che non hanno alcuna affiliazione a un'organizzazione.

 

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Il mio guru

di Paramahansa Yogananda (tratto da: 'Sussurri dall'Eternità')

Luce della mia vita! Hai diffuso lo splendore della saggezza sul sentiero della mia anima.
Secoli di oscurità sono scomparsi dinanzi ai raggi luminosi del tuo aiuto.
Come un bambino capriccioso ho invocato piangendo la Madre divina,
ed Ella è giunta assumendo la tua forma, Swami Sri Yukteswar.
In quell'incontro, o mio guru, una sacra scintilla volò via da te,
e le fascine del mio ardente desiderio di Dio,
raccolte nel corso delle incarnazioni,
presero fuoco e divamparono nella beatitudine.
Al tuo ardente tocco prezioso, tutti i miei dubbi si sono dissolti.
In risposta alle invocazioni della mia anima,
dopo anni di attesa ti ho trovato.
I nostri cuori vibrarono di un palpito onnipresente.
Amato Guru, ci siamo incontrati in questa vita,
perché ci eravamo incontrati prima.
Se tutti gli dèi mi disapprovano, ma tu sei soddisfatto di me,
sono al sicuro nella fortezza del tuo compiacimento.
E se tutti gli dèi mi proteggono con i baluardi delle loro benedizioni,
ma io non ricevo la tua approvazione, sono un orfano
che langue spiritualmente fra le rovine del tuo malcontento.
O Guru, tu mi hai innalzato dalla terra dello smarrimento
al paradiso della pace. Il mio sonno di tristezza è finito
e io sono desto nella gioia.
Dissolvendo per sempre la nostra finitezza,
ci immergeremo insieme nella vita infinita.
Immortale Maestro,
mi inchino a te, che sei la voce del Dio silenzioso.
Mi inchino a te, che sei la porta divina che conduce nel tempio della salvezza.
Depongo fiori di devozione ai tuoi piedi;
e dinanzi all'altare del tuo guru, Lahiri Mahasaya,
messaggero dello yoga moderno;
e del suo Maestro l'immortale, onnipresente Babaji.

 

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Bibliografia

Swami Sri Yukteswar - La scienza sacra - Astrolabio

 

Per ulteriori informazioni:

Self-Realization Fellowship
3880 San Rafael Avenue
Los Angeles
90065-3298 California - U.S.A.

 

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I link sul tema

www.Esonet.org
www.guruji.it

 

 


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