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Dio, il cercatore di cuori

di Elisabetta Todaro

Non ho ancora ben capito che cosa si intenda con l'espressione "Dio è in ogni cosa". Per me, questa concezione di Dio è sempre stata, fin da quando ero bambina, la cosa più difficile da comprendere. Dio è nei miei capelli, nel mio dito, nel mio piede… ovunque. E che cosa ci sta a fare? Non si annoia lì? Non mi sono mai preoccupata di andare in fondo alla questione, la consideravo solo una frase ad effetto, una cosa che si dice ma che non ci si preoccupa di capire o di far capire. In fondo mi piaceva di più l'idea che avevo sempre avuto di Dio, era meno complicata, e tutti sembravano condividerla: Dio, nostro Padre, è nell'alto dei cieli. Tuttavia, anche cercare di localizzare Dio nell'alto dei cieli non era un'impresa facile: in alto dove? Forse dove ci sono le nuvole, o forse vicino alle stelle, o ancora oltre... che tormento!

Adesso sono molto più rilassata su questo argomento, in quanto ammetto di non conoscere Dio e, di conseguenza, non ho idea di dove si trovi. Sorrido quando qualcuno, un po' più caparbio di me, cerca di riportarmi alla vecchia idea di Dio, dicendomi che è lassù, proprio lassù, e guarda in basso verso di noi. Fino a non molto tempo fa, queste persone facevano nascere in me un barlume di speranza, e chiedevo: allora che cosa vuol dire che Dio è onnipresente? Purtroppo, il silenzio o qualche frase confusa erano le risposte più comuni.

Ora, come dicevo, ho un altro atteggiamento: ho smesso di chiedere, ho abbandonato la presunzione di poter capire, e ho incominciato ad aprirmi al possibile arrivo di una risposta. Credo di avere avuto, da allora, alcuni barlumi di quella risposta, e ne sono molto grata a questo misterioso Dio. Pregavo, pregavo, pregavo…mi sentivo vuota e arida, e non volevo più sentirmi così. "Perché non riesco ad amare? Se sono riuscita ad amare anche una sola volta (il miracolo del perdono a mia madre ha segnato il mio cuore per la vita), devo riuscire ad amare sempre, tutti e tutto. Perché, Padre, non ci riesco? Insegnami, ti prego, ad amare tutti in quel meraviglioso modo, apri il mio cuore". Non appena ebbi finito di pronunciare questa frase, mi si presentò alla mente il volto di una di quelle persone che non riuscivo ad amare, e una voce mi suggerì interiormente: come lo vedrebbe Dio? In quel magico istante, Dio mi prestò i Suoi occhi, e io guardai di nuovo quel volto "nemico", col cuore colmo di tenerezza, mentre senza rendermene conto, pronunciavo le parole "figlio mio…". Fu un'esplosione di gioia, un miracolo. Gli occhi di Dio furono i miei occhi per qualche giorno ancora, e io amavo come se fossero figli miei tutti quelli che incontravo. Poi, però, questa magia svanì, forse perché Dio vuole che sia io a raggiungere il punto in cui i nostri occhi si fondano per non separarsi mai più.

Quella che ho appena raccontato è l'esperienza più meravigliosa che io abbia mai vissuto, anche perché da allora il mio cuore non ha più smesso di espandersi. Un giorno, mentre guardavo distrattamente un albero, percepii una grande malinconia, e nella mia mente giunse il pensiero "Come mi sento solo!" Guardai allora attentamente l'albero, e mi sembrò che la mia coscienza si fondesse in esso. Sentivo la sua voglia di essere guardato, il suo richiamo, il suo bisogno d'amore. Mi guardai intorno, e percepii lo stesso disperato richiamo in ogni cosa e persona. Sembrava che tutte le creature (umane, animali, vegetali, animate e inanimate) condividessero lo stesso disperato grido: "sono qui, guardami, amami!".

Da allora la mia idea di Dio è questa, e mi commuove profondamente: Dio si nasconde in ogni Sua creatura per attirare l'attenzione delle altre creature, e farsi amare da esse. Dio si nasconde in un gatto per farsi coccolare, in un cane per farsi accudire, in un innamorato per farsi vedere in tutto il Suo splendore. Credo che Dio ci presti i Suoi occhi e il Suo cuore quando siamo innamorati e pensiamo alla persona amata. In quel momento ci regala l'esperienza del Suo amore incondizionato, e ci sussurra "così è l'Amore, così può essere per sempre".

Sono gli stessi occhi e lo stesso cuore che ritroviamo in noi quando perdoniamo qualcuno, e ci sembra di "vedere" quella persona per la prima volta, così bella, luminosa, perfetta malgrado le sue imperfezioni. In tutte le Sue manifestazioni (amico, innamorato, madre, padre, fratello o sorella, cane, gatto, albero, ecc.), Dio dà tutto se stesso. Com'è bella questa immagine di Dio, sempre vicino a noi, che soffre per la nostra indifferenza, che ci chiama da ogni cosa creata per elemosinare il nostro amore, che ci accarezza col vento, ci culla con l'acqua, e ci stringe a Sé con l'abbraccio di tutti coloro che ci amano!

Paramahansa Yogananda dice: "Nel Suo aspetto più commovente Dio è un mendicante. Sì, un mendicante del nostro amore". Io, quando mi rivolgo a Dio, lo chiamo teneramente "il Cercatore di cuori".

 

 

 

 

 

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